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La storia di Monica

  • Monica
  • 24 mar 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

Sono arrivata in Italia alla bellissima età di 20 anni, con tanti sogni e tante speranze soprattutto con molta incoscienza.

Ma per capire bisogna partire un po' prima: l'idea di viaggiare non è stata mia. Un bel giorno mia mamma arriva a casa e mi dice parto per la Spagna, tu starai qui e ti prenderai cura di tuoi fratelli. ...........io mi sono vista con una responsabilità che non volevo ma che purtroppo avevo sempre avuto, ma volevo anche una vita mia: sono stata sempre una mamma, a 20 anni desideravo una vita mia, il mio dovere di figlia/mamma e mamma/sorella l'ho sempre fatto credo sia un fattore culturale che ci viene inculcato da quando nasciamo "Il dovere verso la famiglia, verso i genitori"a volte il dovere è più forte del amore .

Comunque la mia risposta a mia mamma è stata "vado io , i figli devono crescere con i genitori", la mia risposta stata impulsiva ma era la verità assoluta volevo ESSERE UNA RAGAZZA spensierata, il migliore modo era metterci in mezzo un OCEANO. Mia mamma ha accettato subito la mia proposta non ha replicato a detto di si e basta. Io ero solevata e credo anche lei. Poi c'erano dei piccoli dettagli per nulla indiferenti: I SOLDI quelli che mi servivano per compare il biglietto aereo e per fare finta che sarei venuta in vacanza in Italia. Mia mamma ipotecò tutto quello che avevamo a un onestissimo usuraio che per la bellezza del 10% mesili ci presto $ 2000 per compare il biglietto e per i contanti per il viaggio, bene!!! Adesso mancavano il passaporto, una valigia, vestiti ed una bellissima delega. Per i vestiti ho chiesto aiuto economico al mio latitante padre che puntualmente ha fatto quello che gli è venuto sempre meglio: voltarmi le spalle. Per il passaporto un prestito da qualche parente. Ed ecco pronta per partire. Nella mia valigia ho messo tutti i miei sogni, le mie speranze, anche le mie delusioni, il mio dolore perché lasciavo i miei figli/fratelli . Mi sono fatta coraggio e son partita, dopo un viaggio durato circa 15 ore eccomi arrivata a Roma, bellissima città un sogno che si realizzava, uno dei tanti. Arrivata in albergo mi sono scontrata con una realtà diversa anni luce della mia : non è vero che l'italiano si capisce, non era vero che il lavoro lo avrei trovato subito. Una volta fatti i conti e asciugate le lacrime ho chiesto aiuto a una mia amica che era già in Italia da qualche mese Lei mi ha spiegato come arrivare a Milano. Sono stata senza mangiare e senza bere per quasi tre giorni. Arrivata a Milano con no poche difficoltà ho pensato "c'è l'ho fatta", invece la mia amica mi fa: "vieni fino a Canegrate provincia di Milano". Avevo paura tanta paura e con quella mi sono persa, ho sbagliato treno sono finita chi sa dove, avevo fame, sete ed ero stanca.. era dalla mattina presto che ero in giro. Uscita dalla stazione ho trovato per caso un alimentare. Ho chiesto acqua, ho preso la prima cosa che mi sembrava acqua invece era gassosa, l'ho vevuta tutta in un fiato. Uscendo di li ho cercato un telefono, ho chiamato la mia amica che mi ha chiesto se c'era qualcuno li vicino. Si c'era un signore che si stava stirachiando. Io che l'italiano non lo parlavo, l'ho chiamato facendogli vedere la cornetta della cabina telefonica. Lui ovviamente non si fidava e con moltissima difidenza prese il telefono man mano che sentiva che ero in difficoltà che non parlavo italiano e che mi ero persa il suo atteggiamento cambiò. Grazie a Dio mi aiutò e finalmente presi il treno giusto. Arrivata a destinazione alle ore 19:30 mi scontrai con la realtà degli immigrati: tanti in un piccolo appartamento, stanze piene di letti singoli dove si dormiva in due, si aspettava il turno per il bagno, la cucina, lavare .

Dopo 15 giorni una ragazza mi regalò un lavoro, si proprio così!!! Ed è così che sono finita a Bergamo. Ho lavorato un mese per una coppia di anziani. Allora pensai che era stata la più brutta sperienza lavorativa. ......quanto sbagliavo , la coppia mi tratava come una cosa senza valore la cosa più carina che la signora mi diceva era "puttana", suo marito voleva baciarmi, suo genero mi toccava insomma un disastro. Dopo un mese mi licenziano. Io ero solevata. Poi grazie alla chiesa evangelica trovai un altro lavoro. Li sono stata bene, ero trattata con dignità e gentilezza. Dopo un anno l'anziana ci lascio .

Ed io ero ancora alla ricerca di un lavoro che tardò 5 mesi ad arrivare, con qualche lavoretto riuscivo a pagare il posto letto ma il cibo era un optional. Per fortuna una sorella della chiesa mi faceva entrare di nascosto al suo posto di lavoro e così mangiavo. A volte per non farmi trovare dai suoi datori di lavoro mi nascondevo sotto il suo letto .

Per fortuna il tempo passò in fretta e un nuovo lavoro arrivò acompagnato da un permesso di soggiorno,un lavoro come baby sitter ad una bimbo disabile e sua sorella di 4 anni presso una famiglia benestante. Ho lavorato per 4 anni , loro sono stati molto pazienti, ma io mi ero innamorata di un bravissimo, gentile, premuroso, amorevole bergamasco. .......è si !!! Ed io che non volevo avere a che fare con gli italiani perché non vedevo l'ora di tornare a casa, invece ci sono cascata... ma in piedi! Ho lasciato il mio lavoro sicuro per trovare qualcosa che ci permettesse di acquistare un nostro nido d'amore. Da allora sono una precaria ormai sono 10 anni. Il mio principe azzurro ed io abbiamo vissuto momenti indimenticabili dolorosi, non è stato facile essere una coppia mista. Adesso dopo 10 anni insieme, una convivenza, un matrimonio, un figlio che mi ha insegnato a fare la mamma/mamma ed una seconda in arrivo , posso soltanto dire che la mia sperienza di straniera in Italia non finirà mai finché la barriera della paura e della difidenza farà da collante.

E questa è la mia storia.

Io sono Monica Orozco, quella che i suoi sogni è riuscita a realizzare un po alla volta e con moltissima fatica, senza mai arrendermi cadendo tante volte facendomi male e con le cicatrici che mi ricordano chi sono e da dove vengo.

 
 
 

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