il nostro addio al nido
Iqbal


Associazione Donne Internazionali di Bergamo
Oggi, 1 marzo 2015, prende vita questo blog.
Un blog per provare a dire addio ad un progetto durato 15 anni.
121 giorni ci separano dalla chiusura del Nido Iqbal,
un progetto che è stato qualcosa di più di un semplice luogo dove lasciare i figli mentre si è al lavoro.
Un luogo di incontro
di donne
di madri
provenienti da diverse parti del mondo.
Un luogo dove l'Intercultura la si è realmente sperimentata
modellandola giorno dopo giorno nel nostro essere e in quello di chi con noi ha voluto costruirla.
Un luogo in cui l'essere donna
e l'essere madre
sono stati i punti di forza
che ci hanno unite e ci hanno permesso di crescere insieme.
Non è semplice accettare che quello che si è costruito con tanta passione, e inutile negarlo, anche tanta fatica, in perenne situazione di precarietà, fra non molto scomparirà.
L'unico modo per provare a farlo seguitare ad esistere è provare a raccontarlo perchè almeno nella parole possa continuare ad essere.
In questi 121 giorni che ci separano dalla chiusura
proveremo a raccontare cosa succede dentro a Iqbal
e a narrare le varie storie di chi da Iqbal è passato.
Sono storie di forza, di coraggio. Storie di donne che non si abbattono davanti a niente.
A voi il compito di farle volare lontano
affinchè possano non essere dimenticate
affinche il Nido Iqbal, anche solo nel ricordo di più persone possibili,
possa continuare ad esistere.
Mancano...
LA STORIA
Nella primavera del 1996, un gruppo di donne aderenti alla neonata Associazione Donne Internazionali di Bergamo, a partire dai propri problemi legati soprattutto alla cura di figli molto piccoli, comincia a trovarsi e a lavorare attorno all’idea di un progetto che prevede la creazione di uno spazio che risponda ai bisogni di accoglienza e cura di bambini non ancora in età da scuola materna ( espressi soprattutto dalle famiglie straniere) partendo da un discorso di auto-aiuto all’interno del gruppo.
Donne provenienti da diversi paesi del mondo sentivano il bisogno di trovare luoghi e momenti d’incontro, di scambiare esperienze e relazioni e di lavorare sul tema dell’integrazione partendo sempre dal vissuto personale, dai bisogni e dalle risorse espressi direttamente dalle donne, cercando di attivare forme di partecipazione che tenessero conto e valorizzassero le esperienze e le competenze di ognuna.
Da questi bisogni e dalla disponibilità delle donne coinvolte è nato Lo Spazio Gioco “Figli del Mondo”.
Questo servizio ha voluto rompere gli schemi dei servizi tradizionali preposti all’accoglienza dei bambini e degli adulti. Come punti di forza ha infatti utilizzato: 1) il volontariato, come status iniziale per l’apertura del servizio, che ha promosso una forte motivazione alla costituzione dello Spazio Gioco mettendo in campo disponibilità di tempo ed energie progettuali continuamente rinnovate per far fronte all’assenza di una contrattualità di tipo istituzionale; 2) la maternità come esperienza personale dalla quale partire per andare incontro alla complessità dell’allevare un bambino
Dopo il primo anno di funzionamento, quasi come conseguenza, il progetto si è ampliato con l’apertura del Nido in Famiglia “Iqbal”, un servizio sperimentale di accoglienza e cura per bambini stranieri in età 0-3 anni, progettato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e finanziato con i fondi della L.R.80. L’apertura di tale servizio si è posta in continuità con tutta la “filosofia di fondo” dello spazio gioco che è proprio quella di apertura all’intercultura.
Con l’attivazione del Servizio Iqbal la valorizzazione delle differenze si è misurata su entrambi i versanti. Da un lato un’equipe composta da quasi tutte operatrici straniere con codici e culture diverse, dall’altro un’utenza diversificata per provenienza (Africa, Sud America, est europeo) e richieste al servizio. Lavorare con altre culture ha messo subito in primo piano come sia difficile “ accogliere l’altro “ in tutte le sue dimensioni perché oltre alle difficoltà di ordine materiale – economico, ci si è misurati con le difficoltà di comprensione della lingua, di aspettative rispetto al servizio, di educazione verso i bambini.
Durante gli anni scolastici 2004/2005 e 2005/2006 l’Associazione ha attivato un progetto di alfabetizzazione dal titolo “Parliamone insieme” rivolto principalmente alle donne migranti. La particolarità del progetto risiedeva nel fatto che le donne potevano frequentare portando anche i propri figli che venivano accuditi durante il tempo di permanenza nel servizio.
A partire dall’a.s. 2006/2007 il percorso è stato interrotto perché l’Istituto Comprensivo Mazzi ha avviato un progetto simile rivolto alle madri degli alunni che frequentano le scuole della zona.
Durante l’anno 2006/2007 l’Associazione ha collaborato con la Cooperativa Capovolta, mettendo a disposizione i propri spazi, una educatrice e la mediatrice culturale, al progetto “Crescere mamme” indirizzato al sostegno delle donne straniere in attesa di un figlio o con bambini piccoli.
L’Associazione ha sempre lavorato, nello svolgimento dei propri progetti, in stretta collaborazione con altri Enti, Associazioni e con l’Amministrazione Comunale.
Il personale che a vario titolo (educatrici, coordinatrici, volontarie) è stato coinvolto nei diversi servizi ha partecipato a tutte le iniziative di formazione che la Provincia ha messo in atto in questi anni e a percorsi formativi mirati sui Nidi in Famiglia attivati dal Consorzio di Cooperative Sociali SOLCO Bergamo.
Abbiamo preso parte al Progetto di ricerca/azione sui Nidi in Famiglia “Costruire la qualità” (finanziato con la L.R. 23/99) condotto in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano e la Provincia di Bergamo.
Siamo state presenti al tavolo di coordinamento provinciale dei Servizi Integrativi di cui abbiamo fatto parte fin dalla sua istituzione in qualità di rappresentanti del gruppo tecnico di lavoro sull’infanzia avviato dalla Provincia nell’ambito di un progetto L.285.
Abbiamo partecipato al tavolo di lavoro avviato dal Comune di Bergamo sui Servizi Integrativi.
Abbiamo fatto parte del gruppo di lavoro “ Per una Bergamo multietnica” partecipando agli incontri organizzativi e conducendo alcuni gruppi di discussione.
Aderiamo come Associazione al Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo e partecipiamo al gruppo di lavoro sulla salute riproduttiva delle donne migranti