La storia di M. e P. (prima parte)

E' il 2006.

Sono sposata da tre mesi e mi ritrovo per la prima volta a lavorare in Iqbal a tempo pieno. Chiara è impegnata in una nuova esperienza e Dona non è ancora arrivata da noi (arrivaerà qualche anno dopo, per sostituire le mie innumerevoli maternità).

A settembre viene a far domanda una mamma, M., giovane, anzi, giovanissima: ha da poco compiuto 18 anni.

Viene a chiedere un posto per sua figlia P., un posto urgente. E' sola, non conosce nessuno perchè è arrivata in Italia da poco, ha appena trovato lavoro e...non sa dove lasciarla.

P. viene accolta in Iqbal... e inizia la nsotra grande storia insieme... e la nostra amicizia

Già da subito una piccola difficoltà: il primo giorno di ambientamento M. si presenta con la figlia dicendomi che lei non si può fermare, deve correre al lavoro... la signora non la lascia staccare.

Mi sale una rabbia incontrollabile.

Non nei suoi confronti

quanto in quelli della sua "signora" che non permette a una mamma di prendersi un po' di tempo per inserire la sua bimba (di 16 mesi) al nido.

Lì per lì mi viene da chiederle il numero di telefono della signora per spiegarle che non la sta prendendo in giro: glie'ho chiesto io. Ma M. mi fa capire che non può rischiare di perdere il lavoro.

Mi fido di ei.

Sento che non mi sta prendendo in giro.

Sento che non ha alternative.

Accolgo P. al nido... così.. sui due piedi, senza conoscerla, senza un colloquio approfondito,

contro tutto ciò ch avevo studiato nelle aule dell'università.

So benissimo che "non si deve fare"

ma ho davanti una persona che ha bisogno di un aiuto

e non posso negarglielo.

Non so ancora quanto la presenza di M. e P. scardinerà ogni regola minima che mai sia stata scritta sul rapporto educatori-genitori dentro a un nido.

Quel giorno accolgo P.

e con piacere scopro che è una bambina fantastica, con una serenità interiore difficile da trovare.

E' sempre felice, sempre entusiasta... e ha due occhietti svegli che ti sanno comprare come pochi altri.